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Precarietà e infortuni sul lavoro: un legame da non sottovalutare

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Precarietà e infortuni sul lavoro rappresentano una combinazione pericolosa che merita attenzione, soprattutto nel contesto delle PMI italiane.

Le forme di lavoro non standard – come contratti a termine, somministrazione, stage o collaborazione occasionale – sono sempre più diffuse. Tuttavia, questi contratti flessibili si accompagnano spesso a un’esposizione maggiore al rischio, a causa di una minore formazione, ridotta esperienza e scarso radicamento nei processi aziendali.

Infortuni in crescita tra i lavoratori precari

Secondo i dati INAIL, nel primo semestre 2024 gli infortuni sul lavoro sono aumentati dello 0,9% rispetto all’anno precedente. A trainare la crescita sono settori ad alta rotazione come le costruzioni, i trasporti e la logistica, dove è più alta la presenza di lavoratori precari.

L’IRES ha inoltre sottolineato che giovani e precari risultano tra le categorie più esposte, vittime di condizioni di lavoro meno protette, con ritmi intensi e formazione inadeguata. In molti casi, l’assenza di un’adeguata cultura della sicurezza contribuisce a trasformare una semplice disattenzione in un grave incidente.

Le cause: scarsa formazione e turnover elevato

A spiegare la correlazione tra precarietà e infortuni sul lavoro concorrono vari fattori:

  • Formazione insufficiente: i lavoratori temporanei spesso ricevono solo indicazioni sommarie, senza un reale addestramento.

  • Esperienza limitata: chi è appena entrato in azienda tende a non conoscere in profondità i protocolli di sicurezza.

  • Turnover frequente: la continua sostituzione delle risorse rende difficile costruire processi solidi e condivisi.

  • Bassa integrazione: chi percepisce il proprio lavoro come “temporaneo” tende a sottovalutare i rischi, sentendosi poco coinvolto.

Le figure più a rischio

I soggetti più vulnerabili a questa dinamica sono:

  • Giovani lavoratori appena inseriti in azienda, spesso alla prima esperienza.

  • Personale a chiamata o interinale, impiegato in mansioni operative.

  • Addetti alla logistica o ai trasporti, soggetti a ritmi e ambienti particolarmente stressanti.

  • Operatori stagionali in settori come ristorazione, turismo, edilizia.

Per tutte queste categorie, la mancata formazione specifica e l’assenza di affiancamento strutturato rappresentano un rischio concreto.

Prevenzione e formazione: una strategia indispensabile

Per le aziende, affrontare la correlazione tra precarietà e infortuni sul lavoro è una priorità non solo etica, ma anche economica. Prevenire incidenti attraverso politiche di formazione strutturate significa ridurre costi, responsabilità e interruzioni operative.

Conformity, partner delle PMI italiane, supporta le imprese nella costruzione di percorsi formativi mirati. Investire in cultura della sicurezza, onboarding efficace e aggiornamento continuo è il primo passo per un ambiente di lavoro sano, efficiente e protetto.

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