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Sicurezza sul lavoro: ricordare per proteggere

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La seconda domenica di ottobre, l’Italia celebra la Giornata nazionale delle vittime del lavoro, un momento di riflessione profonda e silenziosa.

Non è solo un giorno di memoria, ma un’occasione per guardare in faccia una realtà che, ancora oggi, pesa sulla coscienza collettiva: quella delle morti e degli infortuni che continuano a verificarsi nei luoghi di lavoro.

Dati che parlano di persone 

Secondo i dati diffusi dall’Inail, nei primi otto mesi del 2025 sono state registrate 384.007 denunce di infortunio, un numero in leggero calo rispetto al 2024. Ma dietro questa apparente stabilità si nasconde una verità dolorosa: nello stesso periodo, 681 persone hanno perso la vita mentre lavoravano.

Nel 2024, le vittime totali erano state 1.090, di cui 805 durante l’attività lavorativa e 285 nel tragitto casa-lavoro.

Numeri che non possono essere ridotti a statistiche: sono storie spezzate, famiglie segnate per sempre, colleghi che ogni giorno tornano al lavoro con un vuoto accanto.

Perché succede ancora

Nonostante i progressi normativi e tecnologici, la sicurezza sul lavoro resta una delle grandi sfide del sistema produttivo italiano. Le cause di questi incidenti sono molteplici: ambienti poco controllati, carenze nella manutenzione, turni prolungati, stress, disattenzione o formazione insufficiente. La formazione, in particolare, è un nodo cruciale. Spesso viene vista come un obbligo burocratico, un requisito da spuntare, quando invece dovrebbe essere un investimento umano e organizzativo, capace di salvare vite.

Ricordare per cambiare 

Ricordare le vittime del lavoro significa riconoscere che ogni incidente poteva essere evitato. Significa ribadire che la cultura della sicurezza nasce prima della norma, e vive nelle scelte quotidiane: nel controllo di un macchinario, nella segnalazione di un rischio, nella consapevolezza che un gesto prudente vale più della fretta di finire un compito.

In questo contesto, la formazione assume un valore etico oltre che professionale. Realtà come Conformity promuovono percorsi formativi dedicati alla sicurezza sul lavoro che non si limitano all’adempimento di un obbligo di legge, ma mirano a costruire consapevolezza, responsabilità e rispetto reciproco nei luoghi di lavoro. Offrire strumenti concreti per prevenire infortuni significa contribuire a un cambiamento culturale duraturo, in cui la tutela della vita diventa una priorità condivisa da imprese e lavoratori.

Questa giornata, dunque, non è solo un tributo al passato, ma un impegno verso il futuro. Ogni azienda, grande o piccola, ogni lavoratore e ogni datore di lavoro hanno un ruolo nel garantire che il lavoro resti un diritto, non un rischio.

La sicurezza sul lavoro non deve essere una parola da ricordare una volta all’anno, ma una responsabilità da vivere ogni giorno.
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